sabato 20 settembre 2008

Se veramente si dava valore a questo...




SEGUIRE LA PROPRIA STRADA



La vera moralità non consiste nel seguire il sentiero battuto, ma nel cercare ciascuno la propria strada e nel seguirla senza esitazioni. Fatto questo, non ha senso preoccuparsi del risultato dei propri sforzi. I pensieri dovrebbero scivolarci addosso. E la regola del distacco va applicata anche agli errori passati: "Può succedere di inciampare e cadere, ma bisogna rialzarsi e continuare il cammino. "






IMPARARE A REGOLARE L'ENERGIA DEL PENSIERO



L'uso più saggio che si possa fare del tempo libero è fare esercizi per imparare a regolare l'energia del pensiero. Dovremmo pensare i pensieri giusti nel momento giusto, dice Gandhi. Il potere di autosuggestione è così forte che un uomo finisce per diventare quello che crede di essere. Se alimentiamo in noi l'idea della forza, diventeremo di giorno in giorno più forti.






FARE DEL BENE A CHI CI FA DEL MALE



Gandhi non ha dubbi: "La violenza va affrontata con la bontà". A chi ci fa del male, dobbiamo rispondere con il bene. Resistere al male e cercare di opporsi a esso, infatti, porta a un circolo vizioso senza fine, mentre la bontà disarma chi fa il male e rende il mondo migliore. La qualità più alta è il perdono, legato alla virtù suprema dell'amore. Contrariamente a quel che si potrebbe credere, perdonare non significa rinunciare passivamente a reagire: il perdono è una virtù attiva, che si conquista con un lavoro assiduo su se stessi, coltivando una lotta continua contro gli istinti più bassi.






NON GIUDICARE GLI ALTRI



Conosce l'arte di vivere non chi è molto colto, ma chi sa vivere in fratellanza con il prossimo. "Dovremmo imparare a praticare il dharma", dice Gandhi. Il dharma è benevolenza e la benevolenza significa volere il bene degli altri. La prima cosa da fare per imparare l'arte di vivere in amicizia con tutti i nostri simili è eliminare dai propri comportamenti ogni traccia di egoismo. È necessario poi evitare di giudicare gli altri e cercare piuttosto di capirli, mettendosi nella loro prospettiva. Invece di ingigantire gli errori altrui e rimpicciolire i propri, come si fa d'abitudine, bisogna imparare a essere indulgenti con gli altri e rigidi con se stessi e ad accettare con umiltà le critiche, che sono strumenti preziosi per conoscere meglio se stessi e migliorarsi.

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