lunedì 22 settembre 2008

Quando si dice che l'istruzione è importante...


Dopo anni di privatizzazioni eccoci giunti all’ultima tappa di un percorso, intrapreso con l’avvento della Seconda Repubblica, che ha come approdo finale lo smantellamento di tutti i servizi pubblici. Un’opera di demolizione realizzata dall’interno delle Istituzioni che ha visto come protagoniste alternativamente sia la classe dirigente delle Destre che quella della Sinistra “riformista”. La vittima è questa volta la nostra Scuola Pubblica che rappresentava uno degli ultimi baluardi di civiltà del nostro Paese. Una Scuola che riusciva ancora a garantire un pressoché uguale trattamento per tutti gli studenti di ogni categoria economica e sociale. Questo baluardo è caduto con il Piano di Programmazione Economica e Finanziaria 2009-2011 e la Legge Finanziaria 2008, provvedimenti approvati entrambi lo scorso mese di luglio e che ha visto come protagonisti il Ministro dell’Istruzione (sempre meno Pubblica) Gelmini ed il Ministro dell’Economia Tremonti.
Con la solita scusante di dovere reperire le risorse per mantenere il patto di stabilità con l’Europa è stato previsto un taglio, in soli tre anni, delle risorse al MIUR pari a oltre 8 Miliardi di euro, che per chi non lo sa è circa un sesto del budget del Ministero. Un fatto che avrebbe fatto gridare allo scandalo la gente di ogni Paese che si ritiene civilizzato, ma che è avvenuto nella totale indifferenza dell’opposizione parlamentare “riformista” ( Partito Democratico e Italia dei Valori) , dei sindacati e di larga parte del popolo italiano.
La conseguenza di quello che le persone di buon senso si ostinano ancora a definire uno scandalo, è il taglio di circa 10000 cattedre destinate ai precari ed agli insegnanti di sostegno. Taglio che è stato previsto per il solo Anno Scolastico 2008/09. A regime è previsto una riduzione di circa 101.000 docenti nelle scuole di ogni ordine e grado, ed una riduzione di oltre 40.000 addetti del personale A.T.A. . Al di là dei risvolti economici e sociali che ciò comporta per coloro che speravano in quei 150.000 posti di lavoro nella Scuola Pubblica, un aspetto che verrà affrontato in seguito, occorre sottolineare il modo scriteriato con cui questa operazione si sta compiendo.
Il colpo per l’Istruzione Pubblica questa volta è mortale perché vengono colpiti quei settori della scuola che ci consentono ancora di competere con gli altri Paese industrializzati. Il riferimento è alla scuola elementare fiore all’occhiello del nostro ordinamento scolastico che ci consente di posizionarci al 6° posto sui 46 Paesi rilevati dall’O.C.S.E. nelle sue indagini. Ma è giusto ricordare anche tutti quegli insegnanti di sostegno che consentono, con il loro difficile lavoro, ai bambini ed ai ragazzi portatori di handicap un inserimento nella società che altrimenti sarebbe impossibile. A loro và il merito di rendere più civile un Paese che ogni giorno lo è sempre meno.
Una volta individuata la parte più sana della Scuola Pubblica Italiana il Ministro Gelmini ha provveduto a sopprimerla concentrando i tagli sui Professori di sostegno e prevedendo il Maestro unico per le scuole elementari con una riduzione di più di 83.000 posti nel territorio nazionale da qui al 2011. Questa operazione non è solo un modo per fare “cassa” , fatto di per se grave per un Paese che vuole competere con il resto del mondo, ma è in realtà un modo per distruggere la Scuola Pubblica a favore delle scuole private (laiche e cattoliche) che si possono permettere solo i figli dei ricchi. In tal modo ecco materializzarsi il vero piano del governo Berlusconi che intende creare una scuola di serie A (quella privata) per una utenza di elite ed una scuola di serie B (quella pubblica) per tutti gli altri. Un’operazione che era stata tentata durante il periodo del ventennio fascista con lo scopo di creare una scuola di classe conforme alla società delle corporazioni. In questo modo si vuole ritornare al Medioevo quando la conoscenza era gestita quasi sempre dalla Chiesa ed era garantita solo ai figli dei ricchi e dei potenti. A tal proposito ricordo che il Ministro Gelmini è molto vicina alle posizioni di Comunione e Liberazione.
In tutto questo le prime vittime sono i più deboli ossia i disabili delle scuole elementari che nella migliore delle ipotesi avranno meno ore a disposizione per poter apprendere i concetti base e per poter sopravvivere in un mondo sempre più complicato e classista, mentre nella peggiore delle ipotesi verranno lasciati a casa sulle spalle dei genitori, che vedranno crescere i loro figli senza alcuna possibilità di inserimento nella società. Questo ci rende un Paese incivile al di là delle operazioni di facciata che questo governo promuove tramite i mezzi di informazione.

Veniamo ora alla questione dei professori precari ed in particolare ai gravi fatti accaduti in Sicilia nelle ultime settimane. Di tutte le regioni italiane quella che si è più immolata alle esigenze del governo Berlusconi è la Regione Siciliana, inesauribile serbatoio di voti per il Pdl dove ha toccato punte del 45% alle ultime politiche. Infatti dei oltre 10000 posti di lavoro precari che il ministro Gelmini ha deciso di tagliare più di un quarto sono di questa regione. Ad aggravare la situazione è il cospicuo numero di precari che si trovano nelle graduatorie permanenti che, oltre che delusi, si sentono presi in giro dal comportamento dei precedenti Ministri e del Dirigente dell’Ufficio Scolastico Regionale. Tale dirigente ha la responsabilità di non aver difeso i livelli occupazionali dall’attacco del governo, ed è anche complice dell’inspiegabile moltiplicarsi degli abilitati all’insegnamento che negli ultimi anni si sono inseriti nelle graduatorie permanenti ad esaurimento.
Infatti, utilizzando i Decreti Ministeriali dell’ex Ministro Moratti, il Dirigente dell’USR siciliano ha permesso che i corsi speciali abilitanti, riservati a colori che totalizzano più di un anno di insegnamento nelle scuole (quasi sempre private) e che si inseriscono senza concorso, creassero 1400 nuovi professori l’anno: il triplo degli abilitati SSIS che vengono selezionati con un concorso in ingresso, ed il quadruplo di quelli che occorrono per rimpiazzare coloro che vanno in pensione. A causa di questo comportamento irresponsabile sia dei Ministri precedenti che dei Dirigenti Scolastici di alcune regioni del Sud Italia, ci ritroviamo con graduatorie in rapido esaurimento in molte Provincie del Nord Italia e con graduatorie che si esauriranno solo tra venti e passa anni in alcune Provincie del Mezzogiorno. Particolarmente grave è la situazione nelle graduatorie ad esaurimento di Palermo, Messina, Catania e Napoli. Questa situazione crea nei giovani professori meridionali un senso di frustrazione e di impotenza specialmente per quelli che vantano diversi titoli nel proprio curriculum conquistati con regolari concorsi ed anni di sacrifici.
Di fronte al silenzio di quasi tutti gli schieramenti politici e all’indifferenza dei sindacati, ai professori è rimasta come unica scelta per rivendicare i propri diritti quello dello scontro con i funzionari degli Uffici Scolastici Provinciali. Particolarmente grave è quanto accaduto il 26 Agosto scorso all’ Istituto Tecnico per Geometri “G.Amico” di Trapani: di fronte all’inspiegabile riduzione di 212 posti per gli insegnanti di sostegno si sono verificati disordini tra i professori precari (prevalentemente padri e madri di famiglia) ed i funzionari del USP di Trapani, fermati a stento dalla Polizia che si è vista davanti un esercito di disperati. Analoghi episodi si sono verificati nel mese di Agosto negli USP di Messina e Palermo, due delle Provincie più colpite d’Italia.
I gravi fatti sopra esposti rappresentano bene lo stato della Scuola Pubblica Italiana nel quindicesimo anno della Seconda Repubblica, una scuola resa sempre meno pubblica e sempre più classista, come negli anni del ventennio fascista quando a capo dell’Italia c’era un altro duce.


Prof. Ing. Giovanni Denaro

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