martedì 23 settembre 2008

Viva quelli come lui...

"Arrivai alla politica nel lontano novembre del '65, su basi puramente emozionali: a partire cioè da una mia esigenza di reagire ad una condizione familiare ormai divenuta insostenibile. Mio padre, capo del piccolo clan e membro di un clan più vasto, con connotati ideologici tipici di una civiltà tardo-contadina e preindustriale, aveva concentrato tutti i suoi sforzi, sin dalla mia nascita, nel tentativo di impormi le sue scelte e il suo codice comportamentale. E' riuscito soltanto a tagliarmi ogni canale di comunicazione affettiva e compromettere definitivamente ogni possibilità di espansione lineare della mia soggettività. Approdai al PSIUP con la rabbia e la disperazione di chi, al tempo stesso, vuole rompere tutto e cerca protezione. Creammo un forte nucleo giovanile, fondammo un giornale e un movimento d'opinione, finimmo in tribunale e su tutti i giornali. Lasciai il PSIUP due anni dopo, quando d'autorità fu sciolta la Federazione Giovanile. Erano i tempi della rivoluzione culturale e del "Che". Il '68 mi prese quasi alla sprovvista. Partecipai disordinatamente alle lotte studentesche e alle prime occupazioni. Poi l'adesione, ancora na volta su un piano più emozionale che politico, alle tesi di uno dei tanti gruppi marxisti-leninisti, la Lega. Le lotte di Punta Raisi e lo straordinario movimento di massa che si è riusciti a costruirvi attorno. E' stato anche un periodo, delle dispute sul partito e sulla concezione e costruzione del partito: un momento di straordinario e affascinante processo di approfondimento teorico. Alla fine di quell'anno l'adesione ad uno dei due tronconi, quello maggioritario, del PCD'I ml.- il bisogno di un minimo di struttura organizzativa alle spalle (bisogno di protezione ), è stato molto forte. Passavo, con continuità ininterrotta da fasi di cupa disperazione a momenti di autentica esaltazione e capacità creativa: la costruzione di un vastissimo movimento d'opinione a livello giovanile, il proliferare delle sedi di partito nella zona, le prime esperienze di lotta di quartiere, stavano lì a dimostrarlo. Ma io mi allontanavo sempre più dalla realtà, diventava sempre più difficile stabilire un rapporto lineare col mondo esterno, mi racchiudevo sempre più in me stesso. Mi caratterizzava sempre più una grande paura di tutto e di tutti e al tempo stesso una voglia quasi incontrollabile di aprirmi e costruire. Da un mese all'altro, da una settimana all'altra, diventava sempre più difficile riconoscermi. Per giorni e giorni non parlavo con nessuno, poi ritornavo a gioire, a riproporre: vivevo in uno stato di incontrollabile schizofrenia. E mi beccai i primi ammonimenti e la prima sospensione dal partito. Fui anche trasferito in un. altro posto a svolgere attività, ma non riuscii a resistere per più di una settimana: mi fu anche proposto di trasferirmi a Palermo, al Cantiere Navale: un pò di vicinanza con la Classe mi avrebbe giovato. Avevano ragione, ma rifiutai.Mi trascinai in seguito, per qualche mese, in preda all'alcool, sino alla primavera del '72 ( assassinio di Feltrinelli e campagna per le elezioni politiche anticipate ). Aderii, con l'entusiasmo che mi ha sempre caratterizzato, alla proposta del gruppo del "Manifesto": sentivo il bisogno di garanzie istituzionali: mi beccai soltanto la cocente delusione della sconfitta elettorale. Furono mesi di delusione e disimpegno: mi trovavo, di fatto, fuori dalla politica. Autunno '72. Inizia la sua attività il Circolo Ottobre a Palermo, vi aderisco e do il mio contributo. Mi avvicino a "Lotta Continua" e al suo processo di revisione critica delle precedenti posizioni spontaneistiche, particolarmente in rapporto ai consigli: una problematico che mi aveva particolarmente affascinato nelle tesi del "Manifesto" Conosco Mauro Rostagno : è un episodio centrale nella mia vita degli ultimi anni. Aderisco a "Lotta Continua" nell'estate del '73, partecipo a quasi tutte le riunioni di scuola-quadri dell'organizzazione, stringo sempre più o rapporti con Rostagno: rappresenta per me un compagno che mi dà garanzie e sicurezza: comincio ad aprirmi alle sue posizioni libertarie, mi avvicino alla problematica renudista. Si riparte con l'iniziativa politica a Cinisi, si apre una sede e si dà luogo a quella meravigliosa, anche se molto parziale, esperienza di organizzazione degli edili. L'inverno è freddo, la mia disperazione è tiepida. Parto militare: è quel periodo, peraltro molto breve, il termometro del mio stato emozionale: vivo 110 giorni di continuo stato di angoscia e in preda alla più incredibile mania di persecuzione"
Peppino Impastato

Son tornati i fascisti al potere

Dopo le dichiarazioni del fascista sindaco di Roma Gianni Alemanno "il fascismo non fu il male assoluto e non mi sento di condannarlo", è il suo camerata La Russa, ministro della Difesa, a rincarare la dose, elogiando i soldati della Repubblica Sociale che a parere suo meritano il rispetto degli italiani. E' incredibile come si tenti, attraverso queste scientifiche operazioni di becero revisionismo, di modificare la storia del nostro Paese e di infangare la memoria di quanti combatterono valorosamente sulle montagne e nelle città per liberarlo dal cancro fascista! Attraverso queste affermazioni, i fascisti della "destra di Governo" finalmente rigettano la loro maschera di ipocrisia e falsità e si rivelano agli italiani per quello che davvero sono. Condanniamo senza appello le affermazioni di Alemanno e La Russa, certi che ben presto sarà il popolo a rendersi conto dell'errore fatto concedendo agli ipocriti fascisti di entrare ancora al governo del paese e li rimanderà a casa dove potranno finalmente rimettersi in divisa e salutarsi romanamente di fronte allo specchio!
Sapevamo che i giovani di Alleanza Nazionale non fossero particolarmente inclini alla difesa della democrazia, ma che si dichiarassero pubblicamente fascisti, con una lettera aperta in polemica col Presidente della Camera, forse è davvero troppo. E’ accaduto a Roma che Federico Iadicicco, Presidente Azione Giovani Roma, abbia respinto al mittente l’invito (forse leggermente ipocrita) inoltrato da Gianfranco Fini a riconoscersi nei valori dell’Antifascismo. Quello che vorremmo sottolineare al giovane rampante Iadicicco, che essere antifascisti non è certo un opzione disponibile, ma che è la stessa Costituzione Italiana, scritta dai comunisti insieme alle altre forze democratiche che hanno sconfitto il maledetto regime autoritario, a prescriverlo. I cittadini italiani tutti sono antifascisti, la repubblica italiana è antifascista, come lo è la sua Costituzione! Ci appelliamo al Presidente della Repubblica, massimo garante del testo costituzionale, poichè censuri queste vergognose affermazioni e dia una spinta definitiva affinchè una volta per tutte i fasci fuorilegge siano assicurati alla giustizia. Questo si, forse, sarebbe un provvedimento per una reale sicurezza nel Paese. Senza giungere a ricordargli tutte le azioni nefaste e i morti ammazzati da fascisti e neofascisti negli ultimi 100 anni ma anche negli ultimi 100 giorni, consigliamo davvero a Iadicicco di ritornare un po’ sui libri e studiarsi bene gli atti della Costituente.. Scoprirà che per i non-antifascisti in Italia non c’è più spazio ormai da 60 anni!!!
"Due gay bolognesi picchiati a Roma: Ci hanno gridato siete froci di m...
Repubblica — 10 settembre 2008 pagina 1 sezione: BOLOGNA

ROMA - Camminavano per via dei Fori Imperiali, all' una e mezzo di notte, tenendosi per mano. Una passeggiata romantica conclusa in modo drammatico per Cristian e Federico, due ragazzi bolognesi di 29 anni vittime dell' ennesimo episodio di violenza contro i gay nella capitale. Prima gli insulti: «Froci di m...», «Fate schifo» «Ve ne dovete andare, in questo Paese per voi non c' è posto». Poi una pioggia di pietre e di bottiglie scagliate dall' alto che, fortunatamente, non sono andate al bersaglio. In azione una decina di ragazzi, alcuni dei quali, secondo le vittime, non avevano più di 15 anni e che sono riusciti a dileguarsi. E' accaduto nella notte tra lunedì e martedì, a poche decine di metri dal Colosseo. «Urlavano: non avete capito niente, per quelli come voi in questo Paese non c' è più posto. Ve ne dovete andare. Poi gli sputi, le pietre, le bottiglie scagliate dall' alto. Ma non abbiamo avuto paura, a far male è il senso di rifiuto, il disprezzo per chi è diverso da loro, la sensazione che purtroppo il clima sta veramente cambiando.... Qualche anno fa il mio compagno, a Bologna, andava in giro col suo ragazzo tenendosi mano nella mano e la gente li fermava per dire: bravi, fate bene, non dovete nascondervi. Oggi nella mia città capita di sentirsi gridare: brutti froci. E a Roma purtroppo è peggio». C' è più amarezza che tensione nella voce di Cristian, 29 anni, dopo l' ennesimo episodio di violenza omofoba accaduto nella capitale. Una vicenda su cui stanno ora indagando i carabinieri, anche se le possibilità di rintracciare gli assalitori (almeno una decina, tutti giovanissimi) sembrano estremamente remote. Bolognese, Cristian lavora come assistente per persone disabili e ha vissuto a Roma per molti anni.
MASSIMO LUGLI"

lunedì 22 settembre 2008



Quando si dice che l'istruzione è importante...


Dopo anni di privatizzazioni eccoci giunti all’ultima tappa di un percorso, intrapreso con l’avvento della Seconda Repubblica, che ha come approdo finale lo smantellamento di tutti i servizi pubblici. Un’opera di demolizione realizzata dall’interno delle Istituzioni che ha visto come protagoniste alternativamente sia la classe dirigente delle Destre che quella della Sinistra “riformista”. La vittima è questa volta la nostra Scuola Pubblica che rappresentava uno degli ultimi baluardi di civiltà del nostro Paese. Una Scuola che riusciva ancora a garantire un pressoché uguale trattamento per tutti gli studenti di ogni categoria economica e sociale. Questo baluardo è caduto con il Piano di Programmazione Economica e Finanziaria 2009-2011 e la Legge Finanziaria 2008, provvedimenti approvati entrambi lo scorso mese di luglio e che ha visto come protagonisti il Ministro dell’Istruzione (sempre meno Pubblica) Gelmini ed il Ministro dell’Economia Tremonti.
Con la solita scusante di dovere reperire le risorse per mantenere il patto di stabilità con l’Europa è stato previsto un taglio, in soli tre anni, delle risorse al MIUR pari a oltre 8 Miliardi di euro, che per chi non lo sa è circa un sesto del budget del Ministero. Un fatto che avrebbe fatto gridare allo scandalo la gente di ogni Paese che si ritiene civilizzato, ma che è avvenuto nella totale indifferenza dell’opposizione parlamentare “riformista” ( Partito Democratico e Italia dei Valori) , dei sindacati e di larga parte del popolo italiano.
La conseguenza di quello che le persone di buon senso si ostinano ancora a definire uno scandalo, è il taglio di circa 10000 cattedre destinate ai precari ed agli insegnanti di sostegno. Taglio che è stato previsto per il solo Anno Scolastico 2008/09. A regime è previsto una riduzione di circa 101.000 docenti nelle scuole di ogni ordine e grado, ed una riduzione di oltre 40.000 addetti del personale A.T.A. . Al di là dei risvolti economici e sociali che ciò comporta per coloro che speravano in quei 150.000 posti di lavoro nella Scuola Pubblica, un aspetto che verrà affrontato in seguito, occorre sottolineare il modo scriteriato con cui questa operazione si sta compiendo.
Il colpo per l’Istruzione Pubblica questa volta è mortale perché vengono colpiti quei settori della scuola che ci consentono ancora di competere con gli altri Paese industrializzati. Il riferimento è alla scuola elementare fiore all’occhiello del nostro ordinamento scolastico che ci consente di posizionarci al 6° posto sui 46 Paesi rilevati dall’O.C.S.E. nelle sue indagini. Ma è giusto ricordare anche tutti quegli insegnanti di sostegno che consentono, con il loro difficile lavoro, ai bambini ed ai ragazzi portatori di handicap un inserimento nella società che altrimenti sarebbe impossibile. A loro và il merito di rendere più civile un Paese che ogni giorno lo è sempre meno.
Una volta individuata la parte più sana della Scuola Pubblica Italiana il Ministro Gelmini ha provveduto a sopprimerla concentrando i tagli sui Professori di sostegno e prevedendo il Maestro unico per le scuole elementari con una riduzione di più di 83.000 posti nel territorio nazionale da qui al 2011. Questa operazione non è solo un modo per fare “cassa” , fatto di per se grave per un Paese che vuole competere con il resto del mondo, ma è in realtà un modo per distruggere la Scuola Pubblica a favore delle scuole private (laiche e cattoliche) che si possono permettere solo i figli dei ricchi. In tal modo ecco materializzarsi il vero piano del governo Berlusconi che intende creare una scuola di serie A (quella privata) per una utenza di elite ed una scuola di serie B (quella pubblica) per tutti gli altri. Un’operazione che era stata tentata durante il periodo del ventennio fascista con lo scopo di creare una scuola di classe conforme alla società delle corporazioni. In questo modo si vuole ritornare al Medioevo quando la conoscenza era gestita quasi sempre dalla Chiesa ed era garantita solo ai figli dei ricchi e dei potenti. A tal proposito ricordo che il Ministro Gelmini è molto vicina alle posizioni di Comunione e Liberazione.
In tutto questo le prime vittime sono i più deboli ossia i disabili delle scuole elementari che nella migliore delle ipotesi avranno meno ore a disposizione per poter apprendere i concetti base e per poter sopravvivere in un mondo sempre più complicato e classista, mentre nella peggiore delle ipotesi verranno lasciati a casa sulle spalle dei genitori, che vedranno crescere i loro figli senza alcuna possibilità di inserimento nella società. Questo ci rende un Paese incivile al di là delle operazioni di facciata che questo governo promuove tramite i mezzi di informazione.

Veniamo ora alla questione dei professori precari ed in particolare ai gravi fatti accaduti in Sicilia nelle ultime settimane. Di tutte le regioni italiane quella che si è più immolata alle esigenze del governo Berlusconi è la Regione Siciliana, inesauribile serbatoio di voti per il Pdl dove ha toccato punte del 45% alle ultime politiche. Infatti dei oltre 10000 posti di lavoro precari che il ministro Gelmini ha deciso di tagliare più di un quarto sono di questa regione. Ad aggravare la situazione è il cospicuo numero di precari che si trovano nelle graduatorie permanenti che, oltre che delusi, si sentono presi in giro dal comportamento dei precedenti Ministri e del Dirigente dell’Ufficio Scolastico Regionale. Tale dirigente ha la responsabilità di non aver difeso i livelli occupazionali dall’attacco del governo, ed è anche complice dell’inspiegabile moltiplicarsi degli abilitati all’insegnamento che negli ultimi anni si sono inseriti nelle graduatorie permanenti ad esaurimento.
Infatti, utilizzando i Decreti Ministeriali dell’ex Ministro Moratti, il Dirigente dell’USR siciliano ha permesso che i corsi speciali abilitanti, riservati a colori che totalizzano più di un anno di insegnamento nelle scuole (quasi sempre private) e che si inseriscono senza concorso, creassero 1400 nuovi professori l’anno: il triplo degli abilitati SSIS che vengono selezionati con un concorso in ingresso, ed il quadruplo di quelli che occorrono per rimpiazzare coloro che vanno in pensione. A causa di questo comportamento irresponsabile sia dei Ministri precedenti che dei Dirigenti Scolastici di alcune regioni del Sud Italia, ci ritroviamo con graduatorie in rapido esaurimento in molte Provincie del Nord Italia e con graduatorie che si esauriranno solo tra venti e passa anni in alcune Provincie del Mezzogiorno. Particolarmente grave è la situazione nelle graduatorie ad esaurimento di Palermo, Messina, Catania e Napoli. Questa situazione crea nei giovani professori meridionali un senso di frustrazione e di impotenza specialmente per quelli che vantano diversi titoli nel proprio curriculum conquistati con regolari concorsi ed anni di sacrifici.
Di fronte al silenzio di quasi tutti gli schieramenti politici e all’indifferenza dei sindacati, ai professori è rimasta come unica scelta per rivendicare i propri diritti quello dello scontro con i funzionari degli Uffici Scolastici Provinciali. Particolarmente grave è quanto accaduto il 26 Agosto scorso all’ Istituto Tecnico per Geometri “G.Amico” di Trapani: di fronte all’inspiegabile riduzione di 212 posti per gli insegnanti di sostegno si sono verificati disordini tra i professori precari (prevalentemente padri e madri di famiglia) ed i funzionari del USP di Trapani, fermati a stento dalla Polizia che si è vista davanti un esercito di disperati. Analoghi episodi si sono verificati nel mese di Agosto negli USP di Messina e Palermo, due delle Provincie più colpite d’Italia.
I gravi fatti sopra esposti rappresentano bene lo stato della Scuola Pubblica Italiana nel quindicesimo anno della Seconda Repubblica, una scuola resa sempre meno pubblica e sempre più classista, come negli anni del ventennio fascista quando a capo dell’Italia c’era un altro duce.


Prof. Ing. Giovanni Denaro

11 Ottobre 2008 TUTTI IN PIAZZA A ROMA

Le politiche aggressive del Governo di centrodestra, sostenute in primo luogo da Confindustria, disegnano il quadro di un'Italia ripiegata su se stessa e che guarda con paura al futuro, un Paese dove pochi comandano in cui il lavoro viene continuamente umiliato e mortificato, nel quale l'emergenza è evocata costantemente per giustificare la restaurazione di una società classista razzista e sessista. Che vede nei poveri, nei marginali e nei differenti, i suoi principali nemici. Che nega, specie nei migranti, il riconoscimento di diritti di cittadinanza con leggi come la Bossi Fini che non solo generano clandestinità e lavoro nero, ma calpestano fondamentali valori di umanità.Questa è la risposta delle destre alla crisi profonda, di cui quella finanziaria è solo un aspetto, che attraversa il processo di globalizzazione e le teorie liberiste che l'hanno sostenuto. Una risposta che, naturalmente, ignora il fatto che solo un deciso mutamento del modello economico oggi operante può risolvere problemi drammatici, dei quali il più grave è la crisi ecologica planetaria. Spetta alla sinistra contrapporre un'altra idea di società e un coerente programma in difesa della democrazia e delle condizioni di vita delle persone. E' una risposta che non può tardare ed è l'unico modo per superare le conseguenze della sconfitta elettorale e politica.Ci proponiamo perciò di contribuire alla costruzione di un'opposizione che sappia parlare al Paese a partire dai seguenti obiettivi:riprendere un'azione per la pace e il disarmo di fronte a tutti i rischi di guerra, oggi particolarmente acuti nello scacchiere del Caucaso. La scommessa è ridare prospettiva a un ruolo dell'Europa quale principale protagonista di una politica che metta la parola fine all'unilateralismo dell'amministrazione Bush, al suo programma di scudo spaziale e di estensione delle basi militari nel mondo, all'occupazione in Iraq e Afghanistan (dove la presenza di truppe italiane non ha ormai alcuna giustificazione) ma anche alla sindrome da grande potenza che sta impossessandosi della Russia di Putin;imporre su larga scala un'azione di difesa di retribuzioni e pensioni falcidiate dal caro vita, il quale causa un malessere che la destra tenta di trasformare in egoismo sociale, guerra tra poveri, in un protezionismo economico del tutto insensibile al permanere di gravi squilibri tra il Nord e il Sud del mondo. Di fronte alla piaga degli "omicidi bianchi" è necessario intensificare i controlli e imporre l'applicazione delle sanzioni alle imprese. Si tratta inoltre di valorizzare tutte le forme di lavoro: lottando contro precariato e lavoro nero, anche attraverso la determinazione di un nuovo quadro legislativo; sostenendo il reddito dei disoccupati e dei giovani inoccupati; ottenendo il riconoscimento di forme di lavoro informale e di economia solidale;respingere l'attacco alla scuola pubblica, all'Università e alla ricerca, al servizio sanitario nazionale, ai diritti dei lavoratori e alla contrattazione collettiva. E' una vera e propria demolizione attuata attraverso un'azione di tagli indiscriminati e di licenziamenti, l'introduzione di processi di privatizzazione, e un'offensiva ideologica improntata a un ritorno al passato di chiaro stampo reazionario (maestro unico, ecc.). L'obiettivo della destra al governo è colpire al cuore le istituzioni del welfare che garantiscono l'esercizio dei diritti di cittadinanza. L'affondo è costituito da un'ipotesi di federalismo fiscale deprivato di ogni principio di mutua solidarietà;rispondere con forza all'attacco contro le politiche volte a contrastare la violenza degli uomini contro le donne, riconoscendo il valore politico della lotta a tutte le forme di dominio patriarcale, dell'autodeterminazione delle donne e della libertà femminile nello spazio pubblico e nelle scelte personali;sostenere il valore della laicità dello stato e riconoscere diritto di cittadinanza alle richieste dei movimenti per la libera scelta sessuale e per quelle relative al proprio destino biologico;sostenere le vertenze territoriali (No Tav, No Dal Molin, ecc.) che intendono intervenire democraticamente su temi di grande valore per le comunità, a partire dalle decisioni collettive sui temi ambientali, sulla salute e sui beni comuni, prima fra tutti l'acqua. Quella che si sta affermando con la destra al governo è un'idea di comunità corporativa, egoista, rozza e cattiva, un'idea di società che rischia di trasformare le nostre città e le loro periferie nei luoghi dell'esclusione. Bisogna far crescere una capacità di cambiamento radicale delle politiche riguardanti la gestione dei rifiuti e il sistema energetico. Con al centro la massima efficienza nell'uso delle risorse e l'uso delle fonti rinnovabili. Superando la logica dei megaimpianti distruttivi dei territori, del clima e delle risorse in via di esaurimento. E' fondamentale sostenere una forte ripresa del movimento antinuclearista che respinga la velleitaria politica del governo in campo energetico;contrastare tutte le tentazioni autoritarie volte a negare o limitare fondamentali libertà democratiche e civili, a partire dalle scelte del governo dai temi della giustizia, della comunicazione e della libertà di stampa. O in tema di legge elettorale mettendo in questione diritti costituzionali di associazione e di rappresentanza. Si tratta anche di affermare una cultura della legalità contro le tendenze a garantire l'immunità dei forti con leggi ad personam e a criminalizzare i deboli.Per queste ragioni e con questi obiettivi vogliamo costruire insieme un percorso che dia voce ad un'opposizione efficace, che superi la delusione provocata in tanti dal fallimento del Governo Prodi e dalla contemporanea sconfitta della sinistra, e raccolga risorse e proposte per questo paese in affanno.L'attuale minoranza parlamentare non è certo in grado di svolgere questo compito, e comunque non da sola, animata com'è da pulsioni consociative sul piano delle riforme istituzionali, e su alcuni aspetti delle politiche economiche e sociali (come tanti imbarazzati silenzi dimostrano, dal caso Alitalia all'attacco a cui è sottoposta la scuola, dalla militarizzazione della gestione dei rifiuti campani alle ordinanze di tante amministrazioni locali lesive degli stessi principi costituzionali). Bisogna invece sapere cogliere il carattere sistematico dell'offensiva condotta dalle destre, sia sul terreno democratico, che su quelli civile e sociale, per potere generare un'opposizione politica e sociale che abbia l'ambizione di sconfiggere il Governo Berlusconi. Quindi, proponiamo una mobilitazione a sinistra, per "fare insieme", al fine di suscitare un fronte largo di opposizione che, pur in presenza di diverse prospettive di movimenti partiti, associazioni, comitati e singoli, sappia contribuire a contrastare in modo efficace le politiche di questo governo.A tal fine proponiamo la convocazione per l'11 ottobre di un'iniziativa di massa, pubblica e unitaria, rivolgendoci a tutte le forze politiche, sociali e culturali della sinistra e chiedendo a ognuna di esse di concorrere a un'iniziativa che non sia di una parte sola. Il nostro intento è contribuire all'avvio di una nuova stagione politica segnata da mobilitazioni, anche territorialmente articolate, sulle singole questioni e sui temi specifici sollevati.

sabato 20 settembre 2008

Martin Luther King ed il suo sogno


MARTIN LUTHER KING ED IL SUO SOGNO...

« Ho un sogno, che un giorno questa nazione si sollevi e venga fuori ilvero significato di questo credo: “Riteniamo evidenti queste verità: chetutti gli uomini sono creati uguali”. ». Questo in poche parole è stato ilsogno di un grande Uomo.
Martin Luther King è stato un politico, attivista, presbitero battistastatunitense, leader dei diritti civili del popolo afro-americano dicolore. È stato il più giovane Premio Nobel per la pace della storia,riconoscimento conferitogli nel 1964 all’età quindi di soli trentacinqueanni. Il suo nome viene accostato per la sua attività di pacifista a quellodi Gandhi, il leader del pacifismo della cui opera King è stato unappassionato studioso. L’impegno civile di Martin Luther King è condensatonella Letter from Birmingham Jail (Lettera dalla prigione di Birmingham),scritta nel 1963, che costituisce un’appassionata enunciazione della suaindomabile crociata per la giustizia. Unanimemente riconosciuto apostolodella resistenza non violenta, eroe e paladino dei reietti e degliemarginati, Martin Luther King si è sempre esposto in prima linea affinchévenisse abbattuta nella realtà americana degli anni ‘50 e ‘60 ogni sorta dipregiudizio etnico. Si diploma nel 1948 al Morehouse College e dopo esserdiventato pastore battista a Montgomery (Alabama), King si laureò nel 1955in filosofia alla Boston University. Nella sua vita organizzò decine edecine di marce e manifestazioni di protesta, invocando il diritto al votoed altri basilari diritti. Queste rivendicazioni furono in seguito accoltecon il Civil Rights Act e il Voting Rights Act. Celeberrimo è rimasto ildiscorso che tenne il 28 agosto 1963 durante la marcia per il lavoro e lalibertà davanti al Lincoln Memorial di Washington e nel quale pronunciò piùvolte la fatidica frase “I have a dream” (in Italia evocata spesso inmaniera forse impropria ma efficace con: Ho un sogno) che sottintendeva la(spasmodica) attesa che egli coltivava, assieme a molte altre persone,perché ogni uomo venisse riconosciuto uguale ad ogni altro, con gli stessidiritti e le stesse prerogative, proprio negli anni in cui - per dirla conle parole di Bob Dylan - i tempi stavano cambiando e solo il vento potevaportare una risposta. Martin, molte volte fu soggetto ad aggressioni e adoffese molto gravi. Più volte imprigionato, perseguitato dagli ambientisegregazionisti del sud degli Stati Uniti, nel mirino dell’FBI (con il cuicapo J. Edgar Hoover ebbe un rapporto di leale antagonismo), King fuassassinato a colpi d’arma da fuoco prima della marcia del 4 aprile 1968,mentre si trovava assieme alla moglie Coretta Scott King (1927-2006) su unbalcone del Lorraine Motel di Memphis, Tennessee. Il suo assassino, JamesEarl Ray dapprima confessò l’omicidio ma in seguito ritrattò. Nel 1986 èstata istituita una giornata della memoria in onore di M.L.King, dacelebrarsi il terzo lunedì di gennaio, in un giorno prossimo a quello dellasua nascita. Il 18 gennaio 1993 il Martin Luther King Day è stato celebratoper la prima volta in tutti i cinquanta stati degli USA. La celebre canzonePride (In the name of love), tratta dall’album The Unforgettable Fire degliU2 è dedicata a Martin Luther King. Inoltre nel medesimo album della bandirlandese è presente un secondo pezzo ispirato a King, “MLK”, titoloconiato semplicemente prendendo le iniziali del reverendo. Altre canzoniche fan riferimento a lui sono One Vision dei Queen, nel brano di BenHarper Like a king e nell’inedito Super Pop di Madonna (”If I was a heroI’d be Martin Luther”), canzone della sessions di Confessions on a DanceFloor, ma poi non rientrata nella track-list finale dell’album. Nel video“Man in the mirror” di Michael Jackson appare più volte Martin Luther Kingcosì come nella canzone “They don’t care about us” sempre di MichaelJackson viene nominato in questa frase: but if Martin Luther was living hewouldn’t let this be; ancora Michael Jackson, stavolta in HIStory, campionauna parte del celeberrimo discorso “I have a dream”.

Se veramente si dava valore a questo...




SEGUIRE LA PROPRIA STRADA



La vera moralità non consiste nel seguire il sentiero battuto, ma nel cercare ciascuno la propria strada e nel seguirla senza esitazioni. Fatto questo, non ha senso preoccuparsi del risultato dei propri sforzi. I pensieri dovrebbero scivolarci addosso. E la regola del distacco va applicata anche agli errori passati: "Può succedere di inciampare e cadere, ma bisogna rialzarsi e continuare il cammino. "






IMPARARE A REGOLARE L'ENERGIA DEL PENSIERO



L'uso più saggio che si possa fare del tempo libero è fare esercizi per imparare a regolare l'energia del pensiero. Dovremmo pensare i pensieri giusti nel momento giusto, dice Gandhi. Il potere di autosuggestione è così forte che un uomo finisce per diventare quello che crede di essere. Se alimentiamo in noi l'idea della forza, diventeremo di giorno in giorno più forti.






FARE DEL BENE A CHI CI FA DEL MALE



Gandhi non ha dubbi: "La violenza va affrontata con la bontà". A chi ci fa del male, dobbiamo rispondere con il bene. Resistere al male e cercare di opporsi a esso, infatti, porta a un circolo vizioso senza fine, mentre la bontà disarma chi fa il male e rende il mondo migliore. La qualità più alta è il perdono, legato alla virtù suprema dell'amore. Contrariamente a quel che si potrebbe credere, perdonare non significa rinunciare passivamente a reagire: il perdono è una virtù attiva, che si conquista con un lavoro assiduo su se stessi, coltivando una lotta continua contro gli istinti più bassi.






NON GIUDICARE GLI ALTRI



Conosce l'arte di vivere non chi è molto colto, ma chi sa vivere in fratellanza con il prossimo. "Dovremmo imparare a praticare il dharma", dice Gandhi. Il dharma è benevolenza e la benevolenza significa volere il bene degli altri. La prima cosa da fare per imparare l'arte di vivere in amicizia con tutti i nostri simili è eliminare dai propri comportamenti ogni traccia di egoismo. È necessario poi evitare di giudicare gli altri e cercare piuttosto di capirli, mettendosi nella loro prospettiva. Invece di ingigantire gli errori altrui e rimpicciolire i propri, come si fa d'abitudine, bisogna imparare a essere indulgenti con gli altri e rigidi con se stessi e ad accettare con umiltà le critiche, che sono strumenti preziosi per conoscere meglio se stessi e migliorarsi.

Quel che vorrei

Vorrei parlare con un matto, per farmi spiegare la sua teoria di mondo...
Vorrei che il mio mondo fosse come quelli lì...
Vorrei che crescessero fiori sulle teste rasate...
Vorrei che il sole non se ne andasse mai via, perchè la notte nasconde le cose...
Vorrei sognare anche quando sono sveglio...
Hoscoperto solo ora che la notte serve per sognare...
Ed il giorno per realizzare quei sogni...